Il vero SuperTeam

SuperSam e SuperJay si sono incontrati tra i banchi delle scuole medie e hanno subito stretto amicizia, consolidata da molte telefonate in cui SuperJay si dilettava a leggere ad alta voce le etichette degli shampoo, senza però disdegnare anche balsami e saponi per il corpo.
Il vero e proprio SuperTeam si è formato alle superiori, dove nasce un’amicizia fatta di amabili chiacchierate (rigorosamente al banco di SuperFra, che ripensandoci non si alzava quasi mai), imitazioni vaire e stalkeramenti di un certo personaggio destinato a diventare un elemento essenziale della storia e delle loro vite. È alle superiori che i nostri eroi (colpo di scena!) diventano anche amici di quella che sarà la nostra supercattiva preferita, nonché formidabile e talentuosa disegnatrice ufficiale. Subito avvicinata dal SuperTeam per il suo umorismo contorto, la supercattiva diventa ben presto compagna di battute che saranno l’anima delle loro avventure scritte e di risate (malvagie, s’intende) che molto spesso costano a SuperJay e alla stessa Luciphera richiami e lavate di capo (nonostante parlassero anche gli altri, e che cavolo. In particolare, l’autore ci tiene a precisare che SuperSam giocava ai Pokèmon sotto il banco e aveva dieci in condotta. E in tutto il resto.)
I quattro sopravvivono al liceo classico copiando le versioni di SuperSam, ma sebbene in classe il contatto tra i supereroi e la supercattiva fosse continuo e ravvicinato, è dopo la maturità che si evolve in una specie di dipendenza che sfocia con la messa per iscritto e sul World Wide Web delle avventure del SuperTeam.

Ovunque ci sia un problema facilmente risolvibile, il SuperTeam c’è!
SuperTeam! Perché noi siamo!

Disclaimer: il SuperTeam potrebbe non risolvere i problemi ma aggravarli. Comic relief non garantito.

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