La tensione al Quartier Generale saliva di minuto in minuto. Alle 10 SuperFra si era ripresa dall’ennesimo trauma cranico e stava raccogliendo tutte le sue cose, sbraitando che sarebbe andata a vivere da sua sorella. Per non assistere a quello spettacolo pietoso, SuperJay, con le guance bollenti per la rabbia e la frustrazione ma senza tradire emozioni stava facendo colazione, e SuperSam le sedeva di fronte, braccia incrociate, dal lato opposto dell’asse da stiro, osservandola. Non potendo sopportare il silenzio, SuperJay tentò di aprire un dialogo.
“Mangia, dai” mormorò. SuperSam le lanciò uno sguardo assassino.
“Come fai ad avere fame adesso?” sibilò. “Fra se ne sta andando.”
SuperJay riportò l’attenzione sulla sua tazza e non disse nulla. Poco dopo SuperFra entrò in cucina e, senza degnarla di uno sguardo, prese un pacco di biscotti al cioccolato e cominciò a mangiarli, senza sedersi, con la schiena rivolta ai colleghi. SuperJay si lasciò scappare un sospiro e prese a fissare il barattolo di marmellata ai lamponi. SuperSam, che forse aveva fame nonostante la drammaticità del momento, lo afferrò e prese a spalmarne il contenuto su una fetta biscottata. SuperJay lo osservò in silenzio. Quando ebbe finito ne prese un generoso morso, masticò un paio di volte, e con un’espressione di puro disgusto sputò prontamente in un tovagliolo.
“Puah!” disse, “dev’essere scaduta o qualcosa del genere.” e gettò il barattolo nella spazzatura. “Che schifo.”
“Ce n’è uno nuovo sullo scaffale” mormorò SuperJay, che non aveva ancora il coraggio di rivolgersi ai colleghi con un tono normale. SuperSam lo prese, lo posò bruscamente sul tavolo e si rimise a sedere:
“Mi è passato l’appetito.”
La sconsolata SuperJay riprese a fissare il nuovo barattolo di marmellata. Si sentiva un po’ a disagio sapendo che avrebbe dovuto rivolgere la parola a SuperSam per chiedergli di aprirlo. Si lasciò andare in un altro sospiro. Per tutta risposta, il barattolo si aprì. La supereroina strabuzzò gli occhi.
“L’avete visto?” esclamò alzandosi di scatto, tanto che la sedia si rovesciò, rompendosi. “L’avete visto tutti?”
SuperFra le lanciò un’occhiata da sopra la spalla e la vide brandire il barattolo e guardarlo estasiata.
“Oh, sì,” fece, sarcastica, “non capita tutti i giorni di vedere un barattolo di marmellata.”
“Ma no! Sam, tu l’hai visto, vero?”
“Visto cosa?” disse lui con aria di sufficienza.
“Il barattolo si è aperto!”
“Bene, così non dovrò farlo io,” borbottò guardandosi le unghie. “Ora non venirmi a dire che ti è venuta la super forza”
“Ma no, si è aperto prima che io lo toccassi!”
“Allora non dovresti mangiarlo,” le suggerì SuperFra, “vuol dire che qualcuno l’aveva già aperto. D’altronde non vorrai mica rischiare di prendere un’intossicazione alimentare, quella sì che è roba seria, mica come fare il bagno nei rifiuti tossici.”
“Il barattolo si è aperto da solo! Ho desiderato che si aprisse e si è aperto!”
SuperSam e SuperFra si scambiarono un’occhiata scettica.
“È vero!” supplicò SuperJay, che era sicura di non esserselo immaginato. Il suo tono diede sui nervi a SuperFra, che le rivolse nuovamente le spalle.
“È successo veramente!” proseguì.
“Per l’amor del cielo, STAI ZITTA!” sbottò SuperFra senza girarsi, giusto prima che un cucchiaino la colpisse sulla nuca. “Ma che cavolo fai!” urlò, sempre più stupita dall’imbecillità della collega, girandosi di scatto. SuperJay sembrò non capire a cosa si riferisse, e dopo averle rivolto uno sguardo confuso proseguì nel suo sproloquio.
“Ho aperto il barattolo! Ho il potere della telecinesi! Non capite che il mio piano ha funzionato?”
“Ha funzionato a farti impazzire” disse SuperFra tra i denti, voltandosi di nuovo, sperando invano di non dover sentire un’altra parola.
“Ma il barattolo si-”
“LA VUOI PIANTARE?” SuperFra pensava di non poter sopportare nient’altro, quando venne colpita di nuovo in testa, stavolta da una forchetta. “Ahi! Basta!” gridó SuperFra “Vuoi smetterla di tirarmi le cose?” e fece per lanciare la forchetta contro SuperJay, ma questa, incredibilmente, tornò indietro e la colpì sulla fronte. Incredula, la prese in mano e la osservò. Poi si rivolse a SuperJay.
“Ma come diavolo hai fatto, maledetta psicopatica?”
SuperJay la guardò con enormi occhi stupiti. “Non l’ho fatto…” mormorò “non credo…non la stavo nemmeno usando quella forchetta”
“Ne ho abbastanza dei tuoi trucchetti idioti! Sono mesi che abitiamo in questa catapecchia senza-OUCH! Un coperchio?” disse SuperFra guardando incredula l’oggetto che l’aveva colpita sulla nuca, nonostante non ci fosse nessuno dietro di lei. “Un dannato coperchio?”. Solo allora Sam si alzò in piedi per osservarla meglio.
“Il cucchiaino…” disse piano.
“Cosa?” domandò SuperFra, tra il furioso e l’incredulo.
“Il…cucchiaino”, gli fece eco SuperJay, portandosi una mano alla testa. Lentamente, SuperFra imitò il suo gesto e si tastò i capelli, solo per scoprire che il cucchiaino che per prima l’aveva colpita vi era rimasto attaccato.
“Ma come…” sussurrò. “Che diavolo sta succedendo qui?” riprese ad urlare, “Qualcuno può dirmi che accidenti di cavolo di cosa sta-” ma non finì la frase, perché una padella volò dal lavandino dritta alla sua testa, facendole perdere i sensi per l’ennesima volta. La supereroina si accasciò sul bancone della cucina e finì a terra.
—
“Fra, Fra, Fra, Fra, Fra!” esclamava ritmicamente SuperJay tra un ceffone e l’altro, cercando di far rinvenire la collega. “Fra, sveglia!”
SuperFra aprì gli occhi e, istintivamente, mise una mano sulla faccia di SuperJay, cercando di soffocarla “Maledetta psicopatica…” biascicò. Il cucchiaino che giaceva vicino al suo orecchio destro ebbe un lieve sobbalzo.
“Sta benone,” sentenziò SuperJay rivolta ad un preoccupato SuperSam, mentre rimuoveva la mano della collega dal proprio naso. “Tirati su, Fra,” sussurrò, aiutandola a sedersi con un gran sorriso. “Credo proprio che abbiamo avuto la conferma che il mio piano ha funzionat-Oops!” afferrò prontamente le mani di SuperFra, dirette al suo collo, e proseguì. “Fra…credo che tu abbia i capelli magnetici!” annunciò. Questa la fulminò con lo sguardo.
“Anche se fosse,” ringhiò, tentando di liberarsi dalla presa della collega per proseguire nel suo tentativo di assassinarla, “ti sembra un superpotere? Maledetta psicopatica!” il cucchiaino volò dal pavimento alla nuca di SuperFra.
“Hai visto!” esclamò entusiasta SuperJay, mollando la presa per la contentezza. La supereroina ne approfittò per tentare uno strangolamento.
“Ti sembra un superpotere?” ripeté, mentre le posate cominciavano a tintinnare nel cassetto, “Ti sembra un superpotere?”
“Beh, prima non ce l’avevi” gracchiò SuperJay, sforzandosi per liberarsi. SuperFra si arrese e mollò la presa, calmandosi. Si portò le mani sul viso. Il cucchiaino ricadde a terra e le posate smisero di fare rumore.
“Ah, solo quando ti arrabbi…” mormorò SuperJay, pensosa.
“Fammi capire,” disse l’altra attraverso le dita, “io avrei il potere dei capelli magnetici?”
“Sì!” esclamò dolcemente SuperJay, un barlume di speranza nella voce, “Sì, vedi? E io ho sviluppato una specie di telecinesi!” SuperFra allargò le dita per osservare SuperJay.
“Che specie di telecinesi?”
“Beh, una telecinesi che funziona su…diciamo barattoli e lattine” disse con un gesto sbrigativo.
SuperFra si guardò intorno e notò solo in quel momento che sul pavimento c’erano almeno dieci barattoli aperti, la maggior parte dei quali aveva rovesciato il suo contenuto per terra. Le braccia le ricaddero lungo il corpo.
“Solo una curiosità, quanto tempo è passato da quando sono svenuta a quando avete cercato di svegliarmi?”
“Non ha importanza!” esclamò SuperJay balzando in piedi. “Abbiamo i superpoteri!”
SuperFra la guardò per qualche attimo, poi scoppiò a ridere. “…cosa? Che c’è?” fece SuperJay, con un sorriso incerto.
“Superpoteri!” disse SuperFra tra le risate “E tu li chiami superpoteri! Io ho i capelli magnetici, e tu apri i barattoli-”
“Barattoli e lattine” precisò SuperJay indicando una pozza di concentrato di pomodoro.
“È la cosa più stupida che abbia mai sentito! Hahahaha!” SuperFra aveva le lacrime agli occhi per le risate “E tu cosa fai, Sam? Seduci la frutta? Hahahaha!”
SuperSam accennò un sorrisetto forzato e uscì dalla stanza, lasciando una preoccupata SuperJay e una SuperFra in preda a risate isteriche.