Capitolo 59 – Confusione

“Non si può. “, lesse ad alta voce SuperJay.

“Come, scusa?” SuperSam la guardò confuso.

“C’è scritto qui…al capitolo Come cambiare gli eventi passati,” spiegò la supereroina, “guarda!” e mostrò al collega una grande pagina ingiallita con una singola frase: Non si può.

I tre si guardarono perplessi.

“Bene, meno male che abbiamo trovato il libro, altrimenti saremmo persi,” commentò SuperFra, accasciandosi sull’erba. Era sfinita. E aveva veramente bisogno di una doccia.

SuperSam la imitò. “Quindi…” disse lentamente, “non possiamo salvare Biggi?”

SuperJay fissava la pagina del libro, pensierosa, come se si aspettasse che comparissero altre parole.

“Non è del tutto inutile, però…” mormorò infine.

I colleghi la guardarono. “Non è inutile? Biggi morirà e noi non ci possiamo fare niente!”, sbottò SuperFra.

“No, intendevo dire che il libro non è del tutto inutile. Ok, non si possono cambiare gli eventi passati…ma questo significa anche che non possiamo sbagliare. Capite?”

I due supereroi a terra si scambiarono uno sguardo che lasciava intendere che no, non avevano capito.

“Quello che voglio dire…”, riprese SuperJay, “è che…tutto quello che faremo…l’abbiamo già fatto. Capito ora? Nel senso che noi siamo già tornati indietro nel tempo, infatti eravamo qui come “cloni” durante tutta la vicenda…abbiamo scritto noi il numero sul frigo, e abbiamo sequestrato noi Biggi, in qualche modo ci siamo procurati il file con il nascondiglio della professoressa e abbiamo aiutato a liberare gli ostaggi…capite adesso?”

SuperSam aggrottò le sopracciglia, dubbioso.

“Io capisco solo che questo viaggio nel tempo non è servito a niente,” borbottò SuperFra.

“E invece sì!”, insistette SuperJay, “il numero sul frigo l’abbiamo scritto noi! Siamo tornati indietro nel tempo perché in questi pochi giorni ci serve essere in due posti contemporaneamente e devono accadere delle cose che non potrebbero accadere altrimenti…come fate a non capire?”

“Forse io ho capito,” esordì SuperSam, “il passato non si può cambiare…e ok…ma ci sono comunque degli eventi che devono avvenire, e non potrebbero avvenire se non fossimo qui. Eventi senza i quali il futuro non si verificherebbe come si è verificato. No?”

SuperJay annuì.

“Ma non ha comunque senso,” sospirò SuperFra, sdraiandosi sul prato, “noi siamo tornati indietro per salvare Biggi, e non possiamo.”

“E per salvare noi stessi, e per salvare gli ostaggi. Secondo te chi ha procurato a Biggi quel file? Secondo te chi gli ha detto dove si trovava Luciphera? Serviamo anche qui! Non vedi?”, incalzò SuperJay.

“Ma Biggi…”

“Non credo che possiamo salvarlo, Fra.”, mormorò SuperSam. Sui tre cadde un velo di tristezza e rassegnazione.

“Ci sono altre cose che possiamo fare,” si riprese SuperJay dopo qualche secondo, “pensiamo! Cos’è successo il giorno in cui abbiamo montato il cartello? Cioè, cosa sta per succedere adesso?”

“Fermiamo il nostro primo criminale,” ricordò SuperSam, “e l’ultimo, se continua così. E poi…il giorno dopo- cioè, domani- conosciamo Biggi. E poi…ci aiuta con i costumi…e poi…”

“E poi verrà misteriosamente tenuto in ostaggio da qualcuno. Chi sarà questo qualcuno?” SuperJay guardò i colleghi.

“Noi,” ammise SuperFra. “Ci rifugiamo in casa sua. Ha senso.”

“Esatto! Qualcuno si ricorda tra quanti giorni?”

SuperSam fece un rapido calcolo. “Allora…prima fermiamo il criminale…il giorno dopo conosciamo Biggi…la sera stessa Luciphera rapina la banca…poi il giorno dopo ancora lo invitiamo a cena…e quello dopo è già in ostaggio. Quindi abbiamo due giorni.”

“Non possiamo andare prima? Avrei veramente bisogno di un bagno come si deve,” si lamentò SuperFra.

“No,” sentenziò SuperJay, “non lo conosciamo ancora! Non possiamo piombargli in casa così, senza preavviso e dirgli che abbiamo viaggiato nel tempo.”

“Non vorrai mica aspettare qui altri due giorni?” esalò un esasperato SuperSam, “hai idea di cosa hanno fatto tutti quegli hot dog al nostro colesterolo? E per di più abbiamo quasi finito i soldi.”

SuperJay macinò in fretta i suoi pensieri. Riusciva quasi a sentirne il rumore. “Fra…” disse lentamente, “hai detto che volevi entrare in polizia, giusto?”

“E allora?”, fece quella.

“Allora…in qualche modo dobbiamo procurarci quel file, giusto? Forse potresti riprendere qualcuno dei tuoi contatti. Potremmo raggirarli e farcelo dare quando verrà creato. Agiamo d’anticipo. Che ne pensate?”

SuperFra si sforzò di ricordarsi di qualche possibile aggancio. Non aveva legato molto con i suoi compagni di Accademia…ma le venne in mente un certo personaggio che forse poteva fare al caso loro. “Ci sarebbe qualcuno…” rifletté, “E’ un Agente Speciale…un tipo un po’ strano. Ci ha fatto lezione un paio di volte sulle persone scomparse…penso che si occupi di quello. Si chiama Giovanni Tuono…no, Tempesta. Giovanni Tempesta.”

“Benissimo,” esclamò SuperJay con un gran sorriso, “troviamo questo Tempesta e tempestiamolo con la nostra amicizia finché non si fiderà di noi!”

I due colleghi la guardarono disgustati.