“Dove siamo?” Chiese SuperFra, quando decisero di fermarsi. Era buio, e sembravano essere al centro di una strada piuttosto ampia che attraversava un bosco.
“Vuoi dire QUANDO siamo?” Disse SuperJay sorridendo.
“Già,” intervenne SuperSam, “secondo me dovevamo fermarci prima. Ci bastavano un paio di giorni, vi rendete conto che potremmo essere tornati indietro di anni?”
“Poco male,” fece SuperJay stringendosi nelle spalle, “potremmo usarli per allenarci e magari-”
“Ssssh!” SuperFra si premette l’indice sulle labbra. “Sentite qualcosa?” I tre supereroi rimasero in silenzio, le orecchie tese.
“Non mi sembra,” disse SuperSam, “cosa hai-”
“Ssssh! Eccolo di nuovo!”
Stavolta lo sentirono tutti. Era una specie di cigolio regolare, proveniva forse da qualche parte lungo la strada, sembrava avvicinarsi…ed era tremendamente familiare.
“Oddio,” sussurrò SuperJay, realizzando di cosa si trattasse, “non fiatate!” E, preso il Monopattino, gesticolò ai colleghi di seguirla tra i cespugli a lato della strada.
“Ma che ti prende?” Domandò SuperSam quando furono ben nascosti.
“Ho capito dove siamo!” Disse SuperJay in un soffio, “guarda! Stiamo arrivando!”
Come previsto dalla supereroina, due figure si stavano avvicinando lungo la strada. Quando furono visibili, SuperSam realizzò che si trattava proprio di lui, con SuperFra in spalla, sul Monopattino del Tempo insieme a SuperJay.
“È la notte in cui abbiamo ottenuto i nostri poteri!”, sussurrò, “la notte dell’incidente! Se riuscissimo a fermare Luciphera stanotte Biggi sarà salvo e non ci sarà nessun incendio e-”
“Dobbiamo impedire l’incidente,” disse risoluta SuperFra, e si sarebbe alzata se SuperJay non l’avesse trattenuta per il mantello.
“Sei impazzita?” Bisbigliò, “l’incidente è come abbiamo avuto i poteri! Se non li otteniamo nel passato potremmo non averli nel futuro!”
“È un rischio che sono disposta a correre,” replicò SuperFra.
“No!” SuperJay rafforzò la presa sul mantello, “non puoi farlo!”
“Non capisci, Jay?” Sibilò la supereroina con rabbia, “se fermiamo Luciphera stanotte non avremo nemmeno bisogno dei poteri! Tornerà tutto alla-Sam!” Si interruppe sconcertata, la sua attenzione catturata dai supereroi del passato, “mi hai fatta cadere a terra?”
“Beh, io…”
“Cosa mi state facendo?!” Ringhiò SuperFra, guardando gli altri SuperSam e SuperJay strattonare il suo corpo privo di sensi rispettivamente per una mano e per un piede.
“Oh, no!” Sussurrò SuperJay, “Guardate dove hanno lasciato il Monopattino! Rimarrà sotto il camion!”
“Chissenefrega,” sbottò SuperFra, alquanto adirata per aver scoperto come veniva trattata quando era incosciente, ma comunque mantenendo la voce bassa, “ne abbiamo un altro proprio qui.”
“No, Fra!” Esclamò SuperJay, mollandole un pizzicotto, “se non lo abbiamo nel passato non possiamo tornare indietro nel tempo per salvare Biggi!”
“Se facciamo il nostro lavoro stanotte non ci sarà bisogno di salvare Biggi!”
“Fra, aspetta, potrebbe avere ragione!” Intervenne SuperSam, “avremo tempo più tardi per ragionare su cosa distrugge il continuum spazio temporale e cosa no, nel frattempo cerchiamo di non interferire!”
“Ma siamo tornati indietro PER interferire, se-”
“Fra, devi salvare il monopattino!” Esclamò SuperJay, in un bisbiglìo sempre più acuto, “usa i tuoi poteri!”
“Non posso,” rispose SuperFra, rinunciando all’idea di impedire l’incidente (contro SuperJay aveva una possibilità, ma contro SuperSam, l’uomo che aveva corso diverse decine di metri con un reporter sulle spalle, di certo non avrebbe potuto farcela), “non lo controllo!”
“Arrabbiati, allora!” La incitò SuperSam.
“Non mi posso mica arrabbiare a comando!”
“Dai, Fra, so che puoi farcela!”, insistette SuperJay, “ripensa a tutte le volte che ti ho fatto arrabbiare! Ti ricordi quando ho venduto la macchina? E quando ho comprato la pianta invisibile? Erano tuoi quei soldi!”
“Troppa pressione, non ci riesco!” Squittì SuperFra, agitando le mani, “comunque lo so che erano miei, cretina, sono tre mesi che per vendetta ti metto il dentifricio nel caffè e tu non te ne sei mai accorta!”
“A-ha!” Fece SuperJay, “sono tre mesi che scambio il mio caffè con il tuo per paura che tu ci sputi dentro, non ti fa arrabbiare che la tua stessa vendetta si sia ripercossa su di te?”
“No, maledetta psicopatica, perché sono tre mesi che scambio il mio caffè con quello di Sam perché ho paura che TU ci sputi dentro!”
“Sono tre mesi che il mio caffè sa di mentolo!” Si lamentò SuperSam.
“Dai, Fra, non c’è tempo!” Si riscosse SuperJay, “pensa alle modelle che sono sempre magre! Pensa a quella tortora che cantava al mattino presto! Pensa a quando rimetto in frigo il barattolo di maionese finito! Pensa alle tasse!”
“Non le paghiamo le tasse, siamo abusivi!”
“Pensa a-”
Ma SuperFra non fece in tempo a pensare a niente, perché la pesante autocisterna si rovesciò su un fianco facendo uscire tutto il suo maleodorante contenuto, evitando per un soffio i supereroi del passato ma travolgendo il loro Monopattino del Tempo.