“Fra, almeno hai idea di dove stai andando?”, domandò SuperSam.
“No,” rispose semplicemente la collega, continuando a spingere furiosamente il Monopattino nella notte, “non so nemmeno dove ci troviamo, se vuoi proprio saperlo.”
“Beh, fare le cose a caso finora ci ha portato fortuna,” ammise SuperSam, “ma non ti sembra il caso di fermarci a-”
“No!”
“-solo per riflettere su-”
“No!”
“Insomma Fra, stiamo inseguendo una senza nemmeno sapere dov’è andata!”
“Ssssh, lasciala stare,” lo zittì SuperJay, “vedrai che stiamo andando nella direzione giusta. Magari ha sviluppato il potere della SuperCapacitàDiInseguireICattivi. Verso il lieto fine e oltre!”
SuperFra sentì una fitta allo stomaco, pensando alla fine di Biggi, tutt’altro che lieta. E all’improvviso si rese conto di quanto faticava, su quella strada in salita in mezzo al nulla, a spingere un monopattino con tre persone sopra. Non si era mai sentita così stupida. E si fermò.
“Siamo arrivati?”, chiese SuperJay, scendendo. SuperFra scosse la testa e si guardò intorno. Non sapeva di preciso che via avesse imboccato, nella foga del momento, ma li aveva portati in quella che pareva una strada di collina che si srotolava attraverso gli alberi, per niente illuminata se non dalla luce della luna, e leggermente in salita. Si sentì improvvisamente persa. Guardò i colleghi.
“Non so dove andare,” mormorò. “Mi dispiace. É colpa mia se l’abbiamo persa.”
“Ma no,” disse un comprensivo SuperSam, posandole una mano guantata sulla spalla, “non sapevamo dove era andata, una direzione valeva l’altra. Però magari potevamo fermarci prima per cercare qualche indizio oppure-”
“Guardate!”, gridò SuperJay. Da qualche parte alla loro destra, in quella che doveva essere la collina attigua, era scoppiata e subito scomparsa quella che sembrava una fiamma. I colleghi fecero in tempo a vederla con la coda dell’occhio.
“L’ho vista!” Esclamò SuperFra, “eccola di nuovo! Deve essere lei! Presto, salite, se non ha ancora trovato la professoressa possiamo-aaah!” I supereroi fecero appena in tempo a schermarsi gli occhi con le braccia, prima che una immensa fiammata salisse dalla collina quasi fino al cielo per poi ricadere nel bosco sotto forma di quelle che sembravano gocce di fuoco. Seguì un’esplosione. E la collina si accese come un fiammifero.
“Oddio,” disse SuperJay in un soffio. “È…è stata lei? Cosa vuol dire?”
“Vuol dire che abbiamo perso, Jay.” Rispose SuperSam.
“Perché?”
“Perché almeno per stasera sarà impossibile catturarla,” intervenne SuperFra, “non possiamo fare niente…solo dargliela vinta e aspettare la prossima. E non dimentichiamoci che potrebbe anche aver già trovato la professoressa. Questa l’abbiamo persa.” I suoi pensieri tornarono su Biggi. “L’abbiamo persa di brutto. Salite, dai.”
I due supereroi obbedirono mestamente e salirono sul Monopattino, con SuperFra alla guida. Questa fece per posare il piede a terra per dare una spinta, ma perse la presa, e il Monopattino, con sopra i supereroi, scivolò all’indietro lungo la strada in discesa.
E quando SuperFra, imprecando, ritrovò la presa sul terreno e riuscì a fermare il monopattino, la luce che veniva dalla collina in fiamme non c’era più.
“Ma che…” Riuscì a dire, prima che una fiamma accecante, dalla collina alla loro destra, salisse verso il cielo e ricadesse in forma di gocce infuocate, e che un’esplosione causasse un incendio proprio uguale a quello che avevano visto un attimo prima.
“Uhm, ho un dejà vù?” Fece piano SuperJay, confusa.
“Oddio, guardate!” Sussurrò SuperSam, indicando un punto davanti a loro.
A pochi metri di distanza tre supereroi, vestiti esattamente come loro, guardavano sconfitti l’esplosione.
“Vuol dire che abbiamo perso, Jay.”, stava dicendo l’altro SuperSam.
“Perché?” Chiese l’altra SuperJay.
“Perché almeno per stasera sarà impossibile catturarla,” intervenne l’altra SuperFra, “non possiamo fare niente…solo dargliela vinta e aspettare la prossima. E non dimentichiamoci che potrebbe anche aver già trovato la professoressa. Questa l’abbiamo persa. L’abbiamo persa di brutto. Salite, dai.”
“Chi diavolo-” cominciò SuperFra, ma SuperJay la zittì.
“Ssssh! Guarda!”
Gli altri supereroi salirono sul monopattino, persero la presa sul terreno…e sparirono. SuperSam sobbalzò. “Ma che-”
“Viaggia nel tempo!” Esclamò SuperJay, scendendo dal Monopattino e improvvisando una specie di balletto gioioso, “viaggia nel tempo! Ve l’avevo detto che viaggiava nel tempo!”
SuperFra avrebbe detto ‘non essere ridicola’, ma dovette trattenersi. In che altro modo si poteva spiegare quello che avevano appena visto?
“Lo sapevo! Lo sapevo! Soldi spesi bene, alla faccia tua, Fra!”
“Ma…perché non è mai successo prima d’ora?” Disse SuperSam, confuso.
“È logico, no?” Squittì SuperJay, “va indietro nel tempo, quindi va guidato al contrario! All’indietro! Ha senso, ha perfettamente senso, per questo non ce ne siamo mai accorti, non l’abbiamo mai usato in retromarcia! Possiamo viaggiare nel tempo!”
Ci volle un po’ prima che il concetto si fissasse nella mente dei colleghi. Ma quando lo fece, SuperFra scoppiò a ridere.
“Maledetta psicopatica,” disse, “possiamo viaggiare nel tempo!”
“Possiamo viaggiare nel tempo!” Le fece eco SuperSam.
“Possiamo viaggiare nel tempo!” Gridò SuperJay. “Stimati colleghi,” aggiunse poi, saltando sul Monopattino con un sorriso smagliante, “gli ultimi minuti sono appena raddoppiati. Andiamo a salvare Biggi e a catturare un pericoloso criminale prima che rovini la flora di Città!”
E tutti e tre lasciarono insieme la presa sul terreno, lasciando che il Monopattino del Tempo scivolasse all’indietro.