SuperJay non era scesa a pranzo e pareva non avere intenzione di farsi vedere nemmeno per cena, così SuperFra e SuperSam si erano già messi a tavola (cioè all’asse da stiro) quando la loro collega entrò in cucina con fare solenne, portando con sé quello che sembrava un mucchio di fumetti. I due supereroi si scambiarono uno sguardo perplesso.
“Probabilmente vi state chiedendo perché vi ho riuniti qui”, esordì SuperJay.
“Non ci hai affatto riuniti”, rispose secca SuperFra, “stavamo mangiando. Sam, passami il sale.”
“Domanda retorica” tagliò corto SuperJay, e prese un fumetto dal mucchio. “L’uomo ragno,” annunciò, “morso da un ragno radioattivo. L’incredibile Hulk,” ed estrasse un altro fumetto, “esperimento scientifico. X men,” stavolta gettò il fumetto direttamente nel piatto di SuperSam, chiaramente insoddisfatta dal livello di attenzione del suo pubblico, “mutazioni genetiche,” concluse posando entrambe le mani sul “tavolo”. Il suo sguardo passò da SuperFra, concentrata sul suo piatto, a SuperSam, intento a rimuovere i resti della sua cena dal fumetto che gli era stato lanciato nel piatto. Seguì un momento di silenzio, in cui SuperJay (che si era chiaramente preparata il discorso) attendeva commenti che non ci furono. Alla fine si arrese e decise di proseguire nella sua presentazione.
“Noi ci chiamiamo supereroi. Diciamo di voler aiutare la gente. Ma come mai l’uomo ragno, gli X men e Superman ci riescono e noi no?”
“Perché loro hanno i super poteri, cretina!” sbottò SuperFra, che a malapena sopportava SuperJay quando stava zitta, figuriamoci quando parlava.
“ESATTO!” esclamò SuperJay puntando un dito contro SuperFra. Quest’ultima, che in realtà non avrebbe mai voluto darle la soddisfazione di fornirle esattamente la risposta che si aspettava, tornò alle sue uova bofonchiando qualcosa a proposito di dentifricio e caffè.
“Signore e signori,” riprese SuperJay, soddisfatta di avere ottenuto un minimo di attenzione, “la risposta è: i super poteri. Loro li hanno, noi no. Loro sono eroi, noi no. O meglio…” e qui fece una pausa drammatica durante la quale il suo pubblico continuò ad ignorarla “non ancora.” seguì un silenzio imbarazzante.
“Non ancora” ripeté SuperJay. SuperSam cominciò a sparecchiare. “Non ancora,” riprese, per nulla scoraggiata “perché c’è un modo per ottenerli. E se avete seguito l’inizio della mia presentazione-”
“No” fece SuperFra.
“-sono sicura che avete capito dove voglio arrivare. La risposta, gentile pubblico, è una mutazione genetica.”
“Meno male,” rispose SuperFra, sarcastica, che malgrado non lo volesse ammettere stava ascoltando “pensavo che avresti detto qualcosa di impossibile”
“E da cosa può venire una mutazione genetica? Da qualcosa di radioattivo.” SuperSam la osservò preoccupato.
“Mi auguro che tu non stia suggerendo di fare un bagno nelle scorie della centrale nucleare” disse SuperFra.
“Non essere stupida. Quello che sto suggerendo è di cercare delle scorie radioattive-”
“Sta per arrivare la più grande stupidaggine che abbia mai sentito” sussurrò SuperFra avvicinandosi all’orecchio di SuperSam, che annuì.
“-e vedere che succede! Mi sono documentata,” proseguì SuperJay spargendo i fumetti sul tavolo, “ho comprato tutti i fumetti che potevo e se ha funzionato con lui” disse brandendo un numero dell’uomo ragno e sventolandolo in faccia ad un preoccupato SuperSam “può funzionare anche con noi. Ho fatto parecchie ricerche, e c’è un’ottima probabilità che delle scorie radioattive ci diano i super poteri.”
“O il cancro” aggiunse SuperFra. “Sul serio,” fece poi, rivolta a SuperSam, “uno pensa di abituarcisi, ma poi senti cose come queste. Ti ricordi quella volta che ha speso tutti i nostri risparmi per comprare quella pianta invisibile?”
“Ehi!” fece SuperJay, punta sul vivo “l’ho fatto per noi! Mangiando i suoi frutti diventeremo invisibili!”
“Jay, hai comprato un vaso con un po’ di terra dentro!” disse SuperFra, allargando le braccia e alzando la voce. “Non capisci che non c’era nessuna pianta!?”
“C’era eccome!”
“Ah sì? E dov’è adesso?”
“Te l’ho detto mille volte, l’ho persa dopo averla piantata! È invisibile, ovvio no?”
SuperFra si arrese, scosse la testa e salì le scale per andare in camera da letto.
“Mi ringrazierai quando passeggiando nel giardino sbatterai contro qualcosa di invisibile e capirai che è la mia pianta!” le urlò dietro SuperJay.