Capitolo 17 – Vendetta

Il dolore era insopportabile. Non era ancora riuscita ad uscire dal seminterrato da quando vi era entrata. Almeno da lì nessuno riusciva a sentire le sue grida. E quel che restava della sua casa era salvo dal fuoco. Tremante, riuscì a mettersi carponi sul pavimento e lo sentì salire di nuovo. Strinse gli occhi pregando con tutte le sue forze che stavolta sarebbe passato in fretta.

Un urlo tremendo squarciò l’aria mentre il suo petto, fragile come vetro, sembrava spezzarsi. Poteva sentire i polmoni crepitare per le fiamme che li ardevano dall’interno. Una lingua di fuoco le salì fino in gola, soffocandola. Sperò che stavolta fosse davvero la fine.

Improvvisamente il calore si spense, e lei ricadde a terra, tossendo e singhiozzando.

Coincidenza?, dicevano i suoi pensieri quando riusciva a sentirli, coincidenza?

Dei rifiuti tossici le avevano conferito poteri infernali, e accendendo la tv per la prima volta dall’incidente la prima cosa che aveva visto erano “nuovi eroi”, anche loro, pareva, con poteri straordinari. Coincidenza? Tre corpi sulla strada davanti a lei. Tre “supereroi”. Coincidenza?

La rabbia le bruciò gli occhi. Erano vivi. Non aveva ucciso nessuno, e questo non la faceva sentire affatto meglio.

I colpi di tosse si fecero meno frequenti, mentre i polmoni si risanavano sotto le costole. Sentì un dolce sollievo.

Ogni fiamma la bruciava. Non era immune ai suoi stessi poteri. La rabbia delle scoperte di quella mattina gliel’aveva confermato, bruciandola dall’interno. Erano ore che bruciava. Ma miracolosamente guariva. La luce non faceva male. Ma le fiamme…tossì un ultimo grumo di sangue. Il suo unico sollievo era la guarigione, la dolce guarigione che seguiva ogni bruciatura. Se solo la stessa cosa succedesse ai tagli, pensò amaramente pensando al taglio sul gomito. Non aveva mai smesso di sanguinare.

Dunque erano vivi, chiunque fossero.

Era per evitare loro che il camion si era rovesciato, e non avevano neppure avuto la decenza di morire.

Lei, ridotta ad un mostro, tra fiamme e dolore, peggio del peggior demone infernale, e loro, vivi e in salute.

Si alzò barcollando, reggendosi alla parete. D’altronde un lato positivo c’era.

Qualcuno era responsabile per questo.

E qualcuno avrebbe pagato.

 

 

Capitolo 18 – Calunnie