Nonostante l’odio profondo di SuperSam per i numeri sul frigorifero, SuperFra aveva insistito perché li lasciasse dov’erano, e lui aveva acconsentito malvolentieri. Quei numeri, pur turbandola, le lasciavano una strana sensazione, e aveva intenzione di indagare più a fondo sul loro significato. Li cercava ovunque: date, coordinate, targhe, e persino nei codici a barre dei sughi pronti, nel discount dove stava facendo la spesa con i colleghi quel pomeriggio.
“Fra!” SuperJay la riscosse dalla sua trance, e la guardò. “Allora, pomodoro e basilico o pomodoro e basta?” SuperFra indicò uno a caso tra i barattoli che l’altra teneva in mano e ritornò col pensiero ai suoi numeri.
“Ah, ottima scelta,” commentò soddisfatta la supereroina, “non vedo l’ora di aprirlo!”
“Spero che sia sciocco!” le sussurrò SuperSam con aria complice. SuperFra accennò un sorriso svogliato. 477653. Non poteva pensare ad altro.
“Ehi, Jay,” disse piano, toccando un braccio della collega per attirare la sua attenzione, mentre Sam si avviava alla corsia del giardinaggio, deciso a procurarsi un nuovo Gary “a proposito dei gemelli…”
“Ma ci credi davvero?” la interruppe SuperJay.
“Non so se credo ai gemelli,” rettificò SuperFra, “diciamo che credo che ci siano in giro dei nostri…diciamo ‘cloni’, che si spacciano per noi o credono di essere noi. Perché pensaci, se fossero cattivi perché ci avrebbero riaccompagnate a casa?”
“Forse siamo noi i loro cloni cattivi,” suggerì SuperJay con un filo di voce. Questo diede da pensare alla collega, che però presto si riscosse.
“No, non siamo noi i cattivi. Decisamente no.”
“Ok, magari sono loro. D’altronde ci hanno vandalizzato il frigo.”
“Ecco, è proprio di questo che volevo parlarti,” incalzò SuperFra, “se tu avessi voluto vandalizzare il frigo avresti disegnato Sam in tutù-”
“Hehe. Vero.”
“-ma invece hai scritto dei numeri!”
“Ci stiamo dimenticando che non sono stata proprio io.” disse SuperJay con aria di rimprovero.
“Vabbè,” tagliò corto SuperFra, “è stato qualcuno che ha il tuo aspetto, la tua calligrafia e la tua voce. Insomma, numeri. Deve voler dire qualcosa.”
“Forse è proprio quello che l’altra me vuole farci credere. Forse vuole farti impazzire a cercare il significato di numeri a caso perché è profondamente malvagia!”
SuperFra alzò un sopracciglio.
—
Mentre tornavano a casa con le borse della spesa (trascinate a fatica dall’unico uomo, ovviamente) SuperFra teneva le mani in tasca e fissava le linee del marciapiede, pensierosa. SuperJay la osservava in silenzio, consapevole delle sue preoccupazioni. Solo SuperSam era troppo impegnato ad ansimare per pensare ad altro. Infatti nessuno si accorse di cosa stava succedendo alle loro spalle.
“FERMATELO!” gridò una voce alle loro spalle. I tre supereroi non fecero in tempo a girarsi che un uomo che correva a tutta velocità li spostò in malo modo, facendoli cadere l’uno addosso all’altro.
“È un borseggiatore!” disse SuperJay con il tono in cui un bambino grida “è Babbo Natale!” SuperFra si alzò di scatto e si gettò all’inseguimento. Seguendo il loro istinto di supereroi i colleghi la imitarono.
“Fermo!” gridò SuperSam in quella che, ne era convinto, era la sua voce più spaventosa. Ovviamente il borseggiatore li ignorò. SuperFra, già provata dalla corsa, chiuse gli occhi e si concentrò con tutte le sue forze sul suo potere, sperando di poter far succedere qualcosa che avrebbe fermato il rapitore.
“Ha-ha!” ansimò SuperSam, “è bloccato!” e indicò un camion a poca distanza, dal quale due uomini stavano scaricando una cassa che appariva molto pesante, occupando tutto il marciapiede. Evidentemente anche il borseggiatore si accorse dell’ostacolo, perché stava rallentando, cercando una via di fuga.
“Non può attraversare la strada!” disse SuperFra, “c’è troppo traffico, lo abbiamo in pugno!” le opinioni del ladro discordavano da quelle della supereroina, e fece per buttarsi in mezzo alla carreggiata.
“NO!” gridò SuperJay, e istintivamente puntò una mano alla cassa, a pochi metri di distanza dal malvivente. Per un caso fortunato, il fragore di duecentocinquanta barattoli di maionese aperti simultaneamente fece perdere l’equilibrio ai due scaricatori, e ancor prima di toccare terra la cassa esplose, ricoprendo il ladro del suo contenuto. Questi non si diede per vinto e cercò di scappare, ma stavolta fu il turno di SuperFra. Senza smettere di correre, fece un ultimo sforzo mentale e i coperchi metallici dei barattoli di maionese, volando verso i supereroi, colpirono in pieno il ladro, che vacillò, scivolò sulla pozza di maionese e cadde a terra. Precipitandosi su di lui, SuperFra fece appena in tempo a smagnetizzare i capelli, così che i barattoli ricadessero innocui. I tre eroi balzarono sul malvivente.
“Non puoi sfuggire alla sete di giustizia del SuperTeam!” annunciò SuperJay a nessuno i particolare mentre i colleghi lottavano per tenere fermo il ladro. “La strada del crimine è una strada scivolosa! Assaggia il gusto del-”
“Jay, piantala di provare le frasi ad effetto e dacci una mano!” le intimò SuperSam.
“…proprio così amici!” dichiarò un’entusiasta SuperJay, rivolta ad una piccola folla di curiosi che intanto si era formata, “ci sono dei nuovi eroi in città! Magnetismo! Telecinesi! E…uhm…sono sicura che se assaggerete questa maionese la troverete particolarmente salata!” gli spettatori si scambiarono uno sguardo stupito.
“Nessun criminale ci sfugge! Nessun cattivo può farla franca!” proseguì l’entusiasta supereroina, cogliendo l’occasione “Niente sfugge alla presa moralizzatrice del Super-”
“Jay, la polizia, abbiamo fatto esplodere un carico di roba, meglio toglierci di qui!” disse SuperFra ad una velocità supersonica, dileguandosi.
“Ci trovate sul giornale!” gridò SuperJay da sopra la sua spalla, correndo dietro ai colleghi, mentre un ladro stordito e fradicio di maionese veniva raccolto dalla polizia.
“Eh sì, è proprio salata,” commentò un uomo di mezza età, guardandosi il dito che aveva inzuppato nella maionese per assaggiarla.